Vi proponiamo qualche riflessione su una serie eterogenea di temi interessanti, che hanno come trait d'union comune niente meno che i papaveri rossi, simbolo indissolubilmente legato, in modo inquietante e spesso commovente, alle vittime delle guerre.


red poppies


In Flanders fields, il Remembrance Day e i papaveri rossi

     Il Remembrance Day (o Armistice Day) è un giorno di commemorazione osservato ogni 11 novembre nei paesi del Commonwealth (Regno Unito, Australia, Canada, Nuova Zelanda, Sudafrica e altri) e in diversi stati europei (compresi Francia e Belgio) per ricordare la fine della Prima Guerra Mondiale (11 novembre 1918) e le altre guerre. Il Remembrance Day è dedicato in modo specifico ai militari caduti in battaglia, e venne istituito da Giorgio V il 7 novembre 1919, su suggerimento di Edward George Honey.
     Fu un ufficiale medico canadese durante la Prima Guerra Mondiale, il tenente colonnello John McCrae, a descrivere poeticamente i campi del Belgio fioriti di papaveri e cadaveri nella sua famosa "In Flanders Fields" ("Nei campi delle Fiandre"), che scrisse il 3 maggio 1915 dopo aver assistito alla morte di un caro amico, il ventiduenne tenente Alexis Helmer.


In Flanders fields

In Flanders fields the poppies blow
Between the crosses, row on row
That mark our place; and in the sky
The larks, still bravely singing, fly
Scarce heard amid the guns below.

We are the Dead. Short days ago
We lived, felt dawn, saw sunset glow,
Loved and were loved, and now we lie
In Flanders fields.

Take up our quarrel with the foe:
To you from failing hands we throw
The torch; be yours to hold it high.
If ye break faith with us who die
We shall not sleep, though poppies grow
In Flanders fields.


     Di seguito vi proponiamo una traduzione poetica del testo, nata dai suggerimenti del prof. Alfredo Roncella.


Sui campi delle Fiandre

Sui campi delle Fiandre sbocciano i papaveri
in mezzo a tante croci, che, in lunghe file uguali,
segnano il nostro posto, una per ciascuno.
Nel cielo ancora volano le allodole cantando,
ma il rombo dei cannoni confonde quella voce.

Noi siamo i morti uccisi dalla guerra.
Non molti giorni fa eravamo vivi:
ci sorrideva l’alba
ed il tramonto ci affascinava con i suoi colori,
noi amavamo ed eravamo amati.
Ed, ecco, riposiamo sui campi delle Fiandre.

Proseguite voi la nostra lotta contro il nemico per la libertà.
Le nostre mani cadono, ma a voi la torcia passano
degli ideali eterni d’ogni uomo.
Siano le vostre mani ormai a tenerla in alto.
Se non ricorderete perché noi siamo morti,
più non avremo pace ne’ riposo,
pur se nei campi aperti delle Fiandre
seguiteranno a crescere i papaveri.


     Proprio in seguito al successo della poesia, nacquero negli Stati Uniti le prime spille a forma di papavero per la raccolta di fondi destinati agli orfani di guerra. L'idea fu ripresa in Francia da madame E. Guérin che iniziò a vendere papaveri artificiali fatti a mano per raccogliere offerte, nel giorno dell'Armistizio, per i bambini poveri delle zone d'Europa devastate dalla guerra.
     Nel 1921 l'ex comandante in capo dell'esercito inglese, Earl Haig, rimase così impressionato dall'attività di madame Guérin che decise di appoggiare entusiasticamente l'utilizzo delle medesime spille per una campagna della Royal Legion inglese allo scopo di racimolare fondi per i veterani poveri e invalidi.
     Da allora i "red poppies", i papaveri rossi, sono per tutta la cultura anglosassone indissolubilmente associati al Remembrance Day, come simbolo unificante del ricordo dei caduti in battaglia.


Gengis Khan e i papaveri rossi

     Questa è curiosa. Gengis Khan, imperatore e condottiero mongolo, conquistò il più grande impero che la storia abbia mai conosciuto. Ebbene, La leggenda narra che portasse sempre con sé dei semi di papavero, che spargeva sui campi di battaglia dopo le sue vittorie, per onorare i caduti, sia amici che avversari. Tornando a fiorire ogni anno, e macchiando di nuovo di rosso quei campi, i papaveri avrebbero ricordato per sempre che là si era svolta una battaglia.


red poppies


Gabriele D'Annunzio e i papaveri rossi

     Questo è interessante dal punto di vista lettarario. Il grande Gabriele D'Annunzio anticipò la stessa "In Flanders Fields" scritta da McCrae nel 1915 scrivendo, nel 1902, il "Ditirambo I", lirica contenuta nell'"Alcyone", il Terzo libro delle "Laudi del cielo del mare della terra e degli eroi".
     Nello stralcio riportato sotto (vv. 69-80) si trovano di nuovo i papaveri rossi, che ricordano al poeta il sangue versato sui campi di battaglia (la lirica è ambientata nell'Agro Romano).


Vidi campo di rossi
papaveri vasto al mio sguardo
come letto di strage,
come flutto ancor caldo
sgorgato da una ecatombe.
Non mai più fervente rossore
veduto avean gli occhi miei grandi,
e tutta la mia vita tremava
dalle radici
come s'io mi svenassi
sul sacro tuo suolo
con vene giganti.


Fabrizio De André e i papaveri rossi

     Il grande cantautore e poeta Fabrizio De André, vorace divoratore di libri, avrà certamente conosciuto queste opere e questi simboli, citandoli in modo poetico nella sua celebre "La guerra di Piero"; nella commovente storia di un soldato che rifiuta di sparare al nemico e muore, sono proprio "mille papaveri rossi" a vegliare sul suo sonno, "sepolto in un campo di grano"...


La guerra di Piero - Fabrizio de André

Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma son mille papaveri rossi

     lungo le sponde del mio torrente
     voglio che scendano i lucci argentati
     non più i cadaveri dei soldati
     portati in braccio dalla corrente

     così dicevi ed era inverno
     e come gli altri verso l'inferno
     te ne vai triste come chi deve
     il vento ti sputa in faccia la neve

fermati Piero, fermati adesso
lascia che il vento ti passi un po' addosso
dei morti in battaglia ti porti la voce
chi diede la vita ebbe in cambio una croce

     ma tu non lo udisti e il tempo passava
     con le stagioni a passo di giava
     ed arrivasti a varcar la frontiera
     in un bel giorno di primavera

     e mentre marciavi con l'anima in spalle
     vedesti un uomo in fondo alla valle
     che aveva il tuo stesso identico umore
     ma la divisa di un altro colore

sparagli Piero, sparagli ora
e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue
cadere in terra a coprire il suo sangue

     e se gli sparo in fronte o nel cuore
     soltanto il tempo avrà per morire
     ma il tempo a me resterà per vedere
     vedere gli occhi di un uomo che muore

     e mentre gli usi questa premura
     quello si volta, ti vede e ha paura
     ed imbracciata l'artiglieria
     non ti ricambia la cortesia

cadesti in terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
a chiedere perdono per ogni peccato

cadesti in terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno
e non ci sarebbe stato un ritorno

     Ninetta mia crepare di maggio
     ci vuole tanto troppo coraggio
     Ninetta bella dritto all'inferno
     avrei preferito andarci in inverno

     e mentre il grano ti stava a sentire
     dentro alle mani stringevi un fucile
     dentro alla bocca stringevi parole
     troppo gelate per sciogliersi al sole

dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.


Reg Haynes e il campo di grano a Ficulle

     Reg Haynes, carrista inglese gravemente ferito a Ficulle il 15 giugno 1944, e rocambolescamente sopravvissuto, raccontò la sua storia alla BBC nel 2003, ormai ottantunenne (il racconto integrale sarà oggetto di una pagina dedicata, di prossima pubblicazione).
     Era in testa alla colonna alleata che proveniva da Orvieto, a bordo di uno dei due carri Sherman che vennero improvvisamente avvolti dalle fiamme, colpiti dai Panzerfaust anticarro sparati dai tedeschi piazzati dietro le mura del cimitero del paese.
     Nella concitazione della violenta battaglia, Reg Haynes, colpito in faccia da una scheggia, venne proiettato all'indietro in mezzo a un campo di grano, e rimase lì mezzo tramortito per un po', prima di essere soccorso da un soldato tedesco prima (sic) e dai paramedici inglesi poi.
     Di quei minuti Reg Haynes ricordava un silenzio irreale, il tempo che sembrava aver smesso di scorrere, e "il delizioso tepore di quella mattina di giugno", che gli sembrava "come una benedizione".
     Era giugno, e molto probabilmente quel campo di grano era cosparso di papaveri; lo era di sicuro quest'anno, perché ci siamo presi la briga di andare a perlustrare proprio a metà giugno il luogo della battaglia, facilmente individuabile sulla base dell'accurato racconto dell'anziano reduce.
     Pensando a De André, è facile vedere per un attimo in Reg Haynes l'ennesimo Piero vegliato dai papaveri in un campo di grano, stavolta in una ambientazione nostrana... per fortuna nel suo caso l'esito fu diverso e si salvò.


Sherman in Italy


Il cammino di un soldato: Paul Melendy

     Chiudiamo questa singolare panoramica con una piccola chicca. Un po' di tempo fa abbiamo trovato in una asta eBay una Bibbia tascabile di quelle che venivano distribuite ai soldati alleati nella Seconda Guerra Mondiale.

pocket Bible

     Si tratta di un oggetto piuttosto singolare, che era dotato di una copertina di acciaio. Da qui il nome di "heart protector", "protettore del cuore", sia in senso spirituale che, quindi, materiale; di fatto, è ormai accertato che quel tipo di protezione non sarebbe mai stata in grado di fermare un proiettile, ma chissà, magari un colpo di striscio...

pocket Bible

     Fatto sta che il proprietario della Bibbia, tale Paul Melendy, riportò sulle prime pagine delle annotazioni che ci fanno conoscere qualcosa di lui; scopriamo che partecipò alla avanzata alleata lungo la nostra penisola, e che tornò a casa sano e salvo alla fine della guerra; ci troviamo anche una dedica alla moglie, Florence Smith.
     Incuriositi, proviamo a fare una ricerca su web, e troviamo solo due documenti che riguardano Paul Melendy.
     Il primo documento (su http://www.usgwcensus.org/) è il Censimento Federale del 1920 di Carroll County, Illinois; ci si legge che Paul Richard Melendy aveva allora 5 anni, viveva insieme ai genitori, Kyle Melendy di 36 anni, nato nell'Illinois, agricoltore, e Nena Mae Groharing di 33, nata nello stato di New York, casalinga; abitavano in una casa presa in affitto in Thomson Tool House Road.
     Dal secondo documento, proveniente da un sito dedicato alle ricerche genealogiche (ancestry.com) troviamo qualche informazione in più; Paul Richard Melendy era nato a Clinton, Iowa, il 6 settembre 1914, sposò il 18 giugno 1936, presso la Chiesa Metodista di Mt. Carroll, Illinois, Florence Arlene Smith, nata il 23 giugno 1918 a Carroll County, Illinois (la cittadina nella quale anche Paul viveva già ai tempi del censimento del 1920). Florence era figlia di Orlo Winfield Smith (nato a Mt. Carroll, Carroll County, il 17 settembre 1896, morto il 12 febbraio 1968 e sepolto nell'Oak Hill Cemetery di Mt. Carroll) e Marian Ruth Emery (nata il 25 novembre 1899, morta il 6 giugno 1979 e sepolta accanto al marito). Il 17 marzo 1948 a Savanna, Illinois, sarebbe nata l'unica figlia di Paul, Nena Sue (anche la nonna paterna si chiamava Nena), che il 22 giugno 1968 avrebbe sposato, presso la chiesa Cattolica Battista St. John di Savanna, Illinois, il coetaneo David Patrick Engaldo.
     Un terzo "documento" è la nostra Bibbia; ebbene, fa impressione l'idea che la vita di questo uomo ci venga descritta in questi tre brevi sprazzi: lui innocente bimbo di 5 anni con i suoi genitori in un paesino di campagna, lui trentenne a combattere sul fronte italiano, e infine ai giorni nostri la sua Bibbia portafortuna venduta su eBay da qualche nipote insieme ad altri effetti personali del vecchietto. Che tristezza...

     Vabbè. Dopo tutto questo sproloquio sui papaveri etc. etc., già proposto in qualche piccola conferenza a tema storico, immaginate lo stupore del sottoscritto intento a sfogliare la "pocket Bible" di Paul Melendy nel trovare, schiacciati tra le sue pagine, proprio dei papaveri rossi! Paul li avrà verosimilmente raccolti nei campi durante l'avanzata alleata che risaliva faticosamente la nostra penisola e, alla luce dei nostri ragionamenti sul loro significato simbolico, sicuramente ben noto al nostro Paul, chissà che non siano lì a ricordare qualche compagno caduto.

pocket Bible

     Trattandosi di ragazzi caduti per renderci la libertà, come minimo si meritano, a margine di questa lettura, anche il nostro ricordo, non credete?

Conclusioni

     Vogliamo provare a trarre finalmente qualche ragione di sollievo dalla lettura di queste pagine? Beh, nel dolore, nella paura, nella brutalità della guerra, è confortante vedere che un soldato si sia preso la briga di fermarsi a soccorrere un nemico ferito (Reg Haynes soccorso dal soldato tedesco a Ficulle) e un altro soldato (Paul Melendy) abbia conservato quella sensibilità d'animo che può indurre un soldato a raccogliere papaveri da conservare tra le pagine di una Bibbia.

     Vogliamo vedere un ulteriore legame tra queste due storie? Beh, uno dei papaveri è conservato tra le pagine della parabola del buon Samaritano...


pocket Bible

Fabio Roncella